Loop
HD video, color, no sound, 10’27”
Malmberget (litteral translation: the Ore Mountain) is a mining district in Lapland (Sweden), that developed at the end of 19th century. During the 20th century the town’s population increased in line with the development of ore-mining. The deeper the mining operations go, the more land surface is affected. The “Pit” expands and the centre contracts. Because of the risk of collapse, buildings have either been demolished, moved or abandoned. The Pit area has been fenced off due to the danger of crash. The result is that wherever you go in Malmberget the fenced off area is a constant presence, visible from more or less every street corner, creating a sense of isolation and desolation.
In Malmberget there is a specific area called Shantytown that has been built as a controversial reconstruction of the old town, in connection with the centenary celebration in 1988, with the intent to display a part of the town’s history that was no longer visible.
In the end of the Shantytown street is located a wood basement with a small piece of railway and a wagon on it, symbolizing ore mine’s transportation. Nowadays, this basement has been partly embodied in the fenced off area. To me, this site symbolically represents the connection between Malmberget’s inhabitants and the mining site. Mining company strictly depends by inhabitants and vice versa.
On the basement, I decided to draw a white line representing the shape of the denied area, which is half located on the Pit site side, half on the accessible area.
Walking on the line, I focused the attention on the limit that this drawing represents; crossing the fence twice, I underlined the important relationship between the community and the mine site.
Malmberget (traduzione letterale: la montagna di Ferro) è una piccola cittadina della Lapponia svedese sorta alla fine del 19° secolo. Durante il 20° secolo la popolazione del paese aumentò di pari passo allo sviluppo delle ricche miniere di ferro presenti nel territorio. A seguito delle grandi operazioni atte a sfruttare il più possibile la roccia ferrosa, la principale miniera della città (“the Pit”) allargò sempre più i suoi confini, contraendo ad un certo punto la stessa zona abitata. A causa del rischio di crolli, gli edifici circostanti furono demoliti, spostati o abbandonati e l’area della miniera delimitata da una recinzione che oggi appare come una presenza costante all’interno del paese, trasmettendo così un senso di isolamento e desolazione.
A Malmberget c’è un’area chiamata Shantytown che è stata costruita come una sorta di ambigua ricostruzione della città vecchia, in occasione della celebrazione del centenario dalla fondazione, con l’intento di ridare vita a una parte importante della storia del paese. Alla fine della cittadella ricostruita, si trova una piattaforma di legno che fa da base a un antico pezzo di binario ferroviario e un vagone, simboli del sistema di trasporto del minerale di ferro grezzo. Oggigiorno, la piattaforma è stata parzialmente inglobata dall’area recintata. Per me, questo sito appare come una chiara metafora della relazione tra gli abitanti di Malmberget e l’area della miniera.
Sulla piattaforma, ho deciso di tracciare una linea bianca che ricalca l’attuale confine dell’area vietata. Il disegno si estende per metà sulla parte recintata, per metà su quella accessibile.
Camminando sulla linea, ho voluto focalizzare l’attenzione sul limite che questa rappresenta; scavalcando la rete due volte, ho tentato di evidenziare il rapporto di circolare interdipendenza tra comunità e miniera.